Manoscritti economico-filosofici del '44 by Karl Marx

Manoscritti economico-filosofici del '44 by Karl Marx

autore:Karl Marx [Marx, Karl]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggio, Filosofia
editore: AchDopoRecords
pubblicato: 2014-02-09T23:00:00+00:00


Manoscritti economico-filosofici del '44

Terzo manoscritto

Proprietà privata e lavoro

[I] ad pag. XXXVI.

L’essenza soggettiva della proprietà privata, la proprietà privata in quanto attività che è per sé, in quanto soggetto, in quanto persona, è il lavoro. Si capisce dunque che solo l’economia politica che ha riconosciuto il lavoro come il proprio principio - Adam Smith -, e quindi non ha più considerato la proprietà privata come null’altro che uno stato esterno all’uomo, si capisce, ripeto, che questa economia politica sia da considerarsi come un prodotto della reale energia e del reale movimento della proprietà privata, come un prodotto della industria moderna, allo stesso modo che essa d’altra parte ha accelerato, celebrato l’energia e lo sviluppo di questa industria, facendone un potere della coscienza. Pertanto a questa economia politica illuminata, che ha scoperto l’essenza soggettiva della ricchezza - nell’ambito della proprietà privata - appaiono come feticisti, come cattolici, i seguaci del sistema monetario e mercantilista che considerano la proprietà privata per l’uomo come un’essenza soltanto oggettiva. Engels ha dunque a ragione chiamato Adam Smith il Lutero dell’ economia politica. Come Lutero riconobbe nella religione, nella fede, l’essenza del mondo reale e perciò si contrappose al paganesimo cattolico; come egli eliminò la religiosità esterna, riducendo la religiosità ad essenza interna dell’uomo; come ebbe a negare il prete esistente fuori del laico, avendo trasferito il prete nel cuore del laico; così viene soppressa la ricchezza che si trova al di fuori dell’uomo e da lui non dipende - che dunque deve essere acquistata e conservata soltanto in modo esterno -, in altre parole viene soppressa questa sua oggettività esterna e bruta non appena la proprietà privata viene incorporata nell’uomo stesso, e lo stesso uomo si riconosce come l’essenza della proprietà. Peraltro, da ciò segue che l’uomo vien posto nella determinazione della proprietà privata, come da Lutero vien posto nella determinazione della religione. Così, sotto l’apparenza di un riconoscimento dell’uomo, l’economia politica, il cui principio è il lavoro, non è, anzi, altro che la messa in atto conseguente della negazione dell’uomo, dal momento che egli non sta più in una tensione esterna nei confronti dell’essenza esterna della proprietà privata, ma è diventato egli stesso questa essenza, in tensione, della proprietà privata. Quello che prima era un essere - esterno - a sé, una reale alienazione dell’uomo, è diventato ora l’atto stesso dell’alienazione; cioè l’alienazione come tale. Dunque, l’economia politica comincia apparentemente col riconoscimento dell’uomo, della sua autonomia, della sua libera attività, ecc.; indi, trasferendo la proprietà privata nell’essere stesso dell’uomo, non può più essere condizionata dalle determinazioni locali, nazionali, ecc., della proprietà privata vata, considerata come un essere esistente al di fuori di essa e pertanto sviluppa un’energia cosmopolitica, universale, che travolge ogni barriera ed ogni vincolo per porsi al loro posto come l’unica politica, l’unica universalità, l’unica barriera e l’unico vincolo. Ma nel suo ulteriore sviluppo, la stessa economia politica deve rigettare questa ipocrisia, presentarsi in tutto il suo cinismo; e ciò fa sviluppando in modo assai più unilaterale, e quindi più penetrante e conseguente,



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